Il Martello di Carlo Tresca, di Concettina Falcone Salvini. Recensione di Cesira Sinibaldi

28 Luglio 2021 di Cesira Sinibaldi

La scrittrice Concettina Falcone Salvini, gioiese di nascita, sulmonese di adozione, già autrice di racconti e di romanzi apprezzati dalla critica, con questo saggio va ad occuparsi, mossa dalla curiosità che il personaggio e la sua storia suscitano, di Carlo Tresca (1879-1943), giornalista, anarchico, antifascista sulmonese emigrato in America.

Ha sentito poi, come lei stessa scrive, il dovere morale di far conoscere, studiandolo e scrivendo di lui, il Tresca giornalista, fondatore de Il Martello.

E così inizia la sua ricerca dei documenti riguardanti sia il personaggio che il giornale, la contestualizzazione nel periodo storico dell’emigrazione italiana ed europea negli Stati Uniti nei primi decenni del Novecento e oltre.

Si tratta di un lavoro difficilissimo e delicato, di cui l’autrice ha immediata consapevolezza. E di cui subisce il fascino.

La figura di Carlo Tresca, intellettuale animato da un innato senso della giustizia sociale, ribelle e rivoluzionario, rientra a pieno titolo nella storia politica e sociale del Novecento, così come la sua opera. E un giornale ritiene sia lo strumento più idoneo ed efficace per diffondere le sue idee e i suoi progetti a difesa dello sfruttamento della classe operaia, degli emarginati senza diritti, dei poveri spinti dalla fame ad avventurarsi, tra disagi e criticità, in un mondo nuovo che prometteva lavoro.

Ostacolato, fin dall’inizio del suo percorso, dall’agiata famiglia di origine, già quando incomincia a rivendicare i diritti dei ferrovieri, che paragona per dignità alle maestranze delle progredite fabbriche del nord e di cui diventa segretario del sindacato a soli ventuno anni, nel 1901 fonda Il Germe, il suo primo giornale che “germoglia” rigogliosamente, ma che gli procura molti guai.

Decide di emigrare: Svizzera, Francia, Stati Uniti, con a fianco la sua giovane moglie, Elga Guerra, futura collaboratrice e sostegno morale nelle difficoltà.

Negli Stati Uniti è tempo di scioperi e tafferugli. Gli italiani (definiti puzzolenti, gente di coltello e senza passaporto), i cinesi e i cosiddetti mezzosangue, deprivati di ogni forma di dignità umana, si ribellano con forza allo sfruttamento a cui vengono sottoposti e al terribile scandalo della tratta delle bianche.

Questo, in grandi linee, ma ben delineato e approfondito nel libro, è il contesto in cui Carlo Tresca opera insieme ad altri intellettuali socialisti.

Torniamo al Martello.

Proprio quando i giornali radicali, tra cui L’Avvenire, sono sospesi, nel 1916 Carlo Tresca, con un atto di coraggio e buoni propositi rivoluzionari, compra Il Martello dal fondatore Luigi Preziosi.

E qui incomincia il lavoro straordinario, a mio avviso, ma credo a parere di ogni lettore e cultore della materia, di Concettina Falcone.

La studiosa ricostruisce, attraverso una precisa documentazione e la ricerca mediante gli articoli del giornale Il Martello, aspetti pregnanti della vita sociale, politica e culturale che si respira negli Stati Uniti e in Europa.

Documenta episodi che vanno dalle rivolte alle celebrazioni violate nella loro essenza, come la morte di Rodolfo Valentino nel 1926, agli scontri durissimi durante le commemorazioni come quella su Garibaldi, alle repressioni del governo americano e dei governi europei, alla tragedia di Sacco e Vanzetti, al ruolo delle donne nella vita pubblica e privata di Carlo Tresca, alle sommosse antifasciste in Europa, ai fatti politici e sociali della sua Sulmona.

Emerge il personaggio carismatico che, nel 1926, rinuncia, prima ancora che per una legge fascista le venga tolta, alla cittadinanza italiana. “Siamo senza patria”, scrive lo stesso Tresca, “ma grato ci è parlare la stessa lingua di Pisacane, di Cafiero e di Giovanni Bovio, di esser nati nella stessa terra di Bruto, di Bruno, del Garibaldi d’Aspromonte e di Mentana, a nostro più alto onore torna non avere nulla in comune con “la iena” dei Savoia e delle camicie nere. Più niente, neanche i registri dello Stato Civile. Ne siamo fieri”.

Un lavoro così complesso, bello di una bellezza che solo la ricerca sa dare, difficile nella sostanza dei fatti da analizzare, doloroso ad ogni passo che tenta di conquistare giustizia per questa umanità di disperati, va letto.

Va letto anche per la sua pregnante attualità, in un momento storico in cui la disperazione degli ultimi si ripete.

Al posto degli italiani, dei cinesi, dei mezzosangue ora troviamo i migranti dei barconi.

E, nonostante tentativi e proposte di legge, umane solidarietà e vergognose omissioni, nessun Carlo Tresca a battere un Martello con la tutta la forza che questo mondo ingiusto, chino ai poteri forti, richiede.

Carlo Tresca

Autrice: Concettina Falcone Salvini

Titolo: IL MARTELLO di Carlo Tresca

Editore: Galzerano, Atti e Memorie del Popolo

Nota personale: questo è uno tra i saggi più interessanti e rigorosi e onesti che abbia letto.